Anni fa, quando ero più giovane e spensierato, quando in Italia ancora esisteva un’economia ed un pseudo progetto di vita, come tutti i comuni mortali, cercavo di pianificare le mie vacanze agostane. All’epoca in cui vivevo tra i 18 e 23 anni, quindi parliamo più o meno del paleolitico, rientravo tra quelle persone che vedeva la vacanza in Israele come “la vacanza”. Casino, gente in giro, feste, e quant’altro, seppure non fossi mai stato un tiratardista, discotecaro, o più comunemente, un fuori di testa che in vacanza fa cose che solitamente a casa propria non fa. Vero che sono passate diverse Ere, e la mia visione delle cose, ha preso leggermente una piega diversa, ma più passo il tempoa Tel Aviv ad agosto (lavorando), più mi chiedo come diavolo facevo a venire in vacanza in questo periodo.
La considerazione vera da fare é che oggi, Tel Aviv, é strapiena di turisti francesi. Praticamente ad agosto, l’ebraico é abolito per un’ordinanza del comune, e si parla solo francese. Direte: “ma come fai a riconoscerli ?”, vi rispondo: “come fai a non riconoscerli ?”. Sembra siano a casa loro, urlano, s’abbuffano, in confronto i palestinesi di Gaza sembrano usciti dal miglior collegio svizzero, in termini di buone maniere. Dove ti giri li trovi, li senti, e sinceramente dopo un po’, cominciano un po’ a starti sulle scatole.
Dopo più di tre anni qui, ho capito che il mare ad agosto é meglio evitarlo. Me lo godo gli altri 11 mesi, assieme ad una città più a misura d’uomo, più piacevole, e soprattutto con un’aria più respirabile. Alla fine mancano solo 15 giorni alla fine del mese, e finalmente questo delirio finirà.
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