Ogni tanto scorro indietro i post di questo blog avendo sempre quel sorrisetto che mi linka ai pensieri di quel post che inizio a leggere. Che “verginella” che ero. Manco avevo la consapevolezza di quante cose avrei passato, avrei conosciuto o idee su cui avrei riflettuto. Più passa il tempo più non rimani stupito delle cose che vedi in Israele. La lingua bene o male l’hai acquisita, o quantomeno ti senti sufficientemente confident a mandare a fare in culo un israeliano nella sua lingua madre o padre che sia. Le inchiappettate riesci a schivarle. Non ti stupisci più dei vari Schumacher alla guida degli autobus. La minaccia di nuove guerre ti fa riflettere ma non ti preoccupa, tanto succede cosi da più di sessanta anni. Farti chiamare Achi (fratello n.d.r.) ormai non ti disturba quasi più seppure sai bene che il tuo sangue é parecchio diverso da colui che ti appella cosi. Non ti scocciano più i metal detector in giro per i grandi magazzini, o la sicurezza nei treni o aeroporto che sia. Non rimani più stupito da quelle belle soldatesse che girano con M16 più grandi di loro, o “semplici” civili armati uomini o donne che siano. Senti quella grande sensazione di sicurezza, seppure ogni paese qui vicino minaccia di annientarti. E’ bella la socialità. Quando stramazzi per terra per strada sei sicuro che qualcuno viene a soccorrerti, ma non ne conosci i tempi esatti. Socializzare mentre suonano le sirene e tu sei sulle scale coi vicini e ridi e scherzi. Ma chi mai l’avrebbe pensato a Milano che mentre un Iron Dome tirava giù un missiletto io ero a “socializzare” ?.
Che paese strano. Pieno di matti, bolliti per le rispettive religioni. Quando vai a Gerusalemme sembra niente sia cambiato da 5000 anni. Un’infinità di fannulloni che chiedono la carità. Gruppi di madri con rispettiva figliolanza vestita esattamente uguale con l’unica differenza delle misure. Questo paese é diventato talmente “mio” che ormai vado oltre a quello che una volta mi stupiva. Torni da Gerusalemme a Tel Aviv e ti sembra di aver smesso la macchina di Fred Flinstone ed essere salito sulla Tesla di Elon Mask. Negli uffici non esistono gerarchie, questo vuol dire che chiunque può venire a romperti ile palle direttamente e viceversa. Tutto deve essere fatto entro la giornata se non qualche ora dopo. Tutto va a mille, sembra di essere uno di quei criceti che corrono nelle gabbiette. La vita a Tel Aviv costa una fortuna. Il cibo ai supermercati oltre ad essere praticamente monomarca per prodotto é caro come il fuoco, cosi che quando vengo a Milano ed entro in una qualunque Esselunga rimango ebete per almeno una mezzora per quanta varietà ci sia. Non mi fermo poi a parlare dei prodotti italiani, almeno il doppio del prezzo. Sembra di vivere nel dopoguerra, ogni tanto nei gruppi FB condivisi leggi i vari post “ho trovato la passata Mutti a Namal, correte perche sta finendo”, se perdi quel treno sei fottuto. Devi aspettare che i “partigiani” arrivino con le provviste ma non sai in che negozio li metteranno e dovrai aspettare sempre la buonanima che farà un post e ti dirà dove trovare il famoso prodotto. Ma tu non sai se ce la fai ad andare a prenderli, o per la disponibilità o per il fido sulla tua carta di credito.
E poi il mare. Si, forse quello é il grande elemento che ti trattiene dai vari smadonnamenti. Sul mare ho poco da dire. Pur non essendo un “marittimo” ma un fedele montanaro nel paese sbagliato il mare ha dei grandi pregi, ovvero quello di farti capire che sei qui per il mare alla fine.
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