Siamo quasi, con la prossima settimana, a due mesi dalla mia avventura israeliana. Ogni volta che ci penso, e spesso, non riesco a rendermi conto che sia passato così poco tempo sulla carta, ma che sulla mia pelle sembrano mesi. Quelle che all’inizio erano le incertezze nel muoversi a Tel Aviv, il pudore di cercare di comunicare quantomeno in un decente ebraico, un po’ di timidezza, sono tutte cose passate, che a pensarci adesso, mi sembra siano accadute settimane e settimane fa.
Già il fatto di non aver aggiornato per diversi giorni il mio blog, vi avrà sicuramente fatto pensare che le giornate oramai sono piene, il tempo per riposare è poco, ma bene così, era esattamente quello che mi aspettavo all’inizio, e quello che stò vivendo in questo momento.
Oramai siamo quasi ad un mese di Ulpan (scuola per imparare la lingua), in classe oramai ci si conosce tutti, si sono rotte le barriere iniziali, e si cerca di permettersi qualche battuta di più, di farsi una risata in più, e soprattutto in questo periodo, difendere i colori della propria nazionale. Alzarsi la mattina alle 7, per il sottoscritto, inizialmente è stato un dramma. Si trattava principalmente di reimpostare il proprio orologio biologico, ad una vita completamente nuova. Ammetto che mi ci è voluto un po’ di tempo, ad oggi sono quattro settimane che mi presento puntuale a scuola alle 8 del mattino, dove mi fermo sino alle 13. Lo so, riderete, o almeno, alcuni di voi sorrideranno. Ammetto, per le prime 2 ore lo stato è comatoso, verso le 10 comincio a prendere conoscenza col mondo, ed alle 13, vorrei tornare a letto, ma non mi è possibile.
La ricerca di un lavoro, almeno temporaneo, ha portato i suoi frutti. Forse definirli frutti è un po’ azzardato, diciamo che ha portato un risultato. Ebbene, dalla scorsa domenica, “presto servizio” in un casinò online a Tel Aviv. Un lavoro a cui ho “ambito” da decenni, e finalmente si è avverato J.
Molti, o alcuni, si chiederanno che cos’è un casinò online. Ebbene, è la stessa cosa di un casinò che non è online (internet), ma quello dove lavoro io, è online J. Diciamo che ho esplicato esaurientemente la mission aziendale. Cosa faccio in quest’azienda ? …ve lo farò sapere, devo ancora capirlo io !!
Scherzi a parte, è una situazione a cui avevo già pensato che mi permette di lavorare in turni, e grazie a questo, mi permette al mattino di studiare, e al pomeriggio di lavorare, per pagare le notevoli spese. Certo, non è il lavoro della vita, ma il fatto di portare a casa qualche soldo, non fà certo schifo.
La mia giornata quindi, comincia alle 7 del mattino sino alle 13, per poi avere una piccola pausa, e ricominciare alle 16 sino alle 22 col lavoro. Non vi dico in che condizioni fisiche torno a casa, ma le condizioni psicologiche sono positive, pur considerando la lunghezza della giornata, la possibilità di incontrare gente nuova ogni giorno, e di imparare sempre di più a vivere in Israele.
Tra le fortune che ho, di tanto in tanto, se mi va bene una volta la settimana, ho anche occasione di vedere il mare. Si, perché dalla domenica (qui si lavora) sino al giovedi, per me Tel Aviv è come una qualunque altra città lavorativa, il mare non lo vedo manco di traverso, e quindi, arrivati finalmente al giovedi, con davanti il week end, il ricordo del mare torna alla mente. Bello poi, vedersi con gli amici, farsi dei brunch in spiaggia, fare qualche gita, e vivere la città con gli shorts.
Ah, dimenticavo, i colleghi in ufficio, girano con le ciabatte da mare, shorts, e maglietta putrida, giusto per darvi un’idea di come si lavora in questo posto. Certo, dovuto indubbiamente alla tipologia del lavoro, ma fa effettivamente un certo effetto vedere un responsabile che cammina a piedi nudi sulla moquette, manco fosse a casa sua.
Bene, credo sia arrivato il momento di abbracciare Morfeo, anche perché la mia maledetta sveglia, suonerà a breve.