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Archive for giugno 2010

Siamo quasi, con la prossima settimana, a due mesi dalla mia avventura israeliana. Ogni volta che ci penso, e spesso, non riesco a rendermi conto che sia passato così poco tempo sulla carta, ma che sulla mia pelle sembrano mesi. Quelle che all’inizio erano le incertezze nel muoversi a Tel Aviv, il pudore di cercare di comunicare quantomeno in un decente ebraico, un po’ di timidezza, sono tutte cose passate, che a pensarci adesso, mi sembra siano accadute settimane e settimane fa.

Già il fatto di non aver aggiornato per diversi giorni il mio blog, vi avrà sicuramente fatto pensare che le giornate oramai sono piene, il tempo per riposare è poco, ma bene così, era esattamente quello che mi aspettavo all’inizio, e quello che stò vivendo in questo momento.

Oramai siamo quasi ad un mese di Ulpan (scuola per imparare la lingua), in classe oramai ci si conosce tutti, si sono rotte le barriere iniziali, e si cerca di permettersi qualche battuta di più, di farsi una risata in più, e soprattutto in questo periodo, difendere i colori della propria nazionale. Alzarsi la mattina alle 7, per il sottoscritto, inizialmente è stato un dramma. Si trattava principalmente di reimpostare il proprio orologio biologico, ad una vita completamente nuova. Ammetto che mi ci è voluto un po’ di tempo, ad oggi sono quattro settimane che mi presento puntuale a scuola alle 8 del mattino, dove mi fermo sino alle 13. Lo so, riderete, o almeno, alcuni di voi sorrideranno. Ammetto, per le prime 2 ore lo stato è comatoso, verso le 10 comincio a prendere conoscenza col mondo, ed alle 13, vorrei tornare a letto, ma non mi è possibile.

La ricerca di un lavoro, almeno temporaneo, ha portato i suoi frutti. Forse definirli frutti è un po’ azzardato, diciamo che ha portato un risultato. Ebbene, dalla scorsa domenica, “presto servizio” in un casinò online a Tel Aviv. Un lavoro a cui ho “ambito” da decenni, e finalmente si è avverato J.

Molti, o alcuni, si chiederanno che cos’è un casinò online. Ebbene, è la stessa cosa di un casinò che non è online (internet), ma quello dove lavoro io, è online J. Diciamo che ho esplicato esaurientemente la mission aziendale. Cosa faccio in quest’azienda ? …ve lo farò sapere, devo ancora capirlo io !!

Scherzi a parte, è una situazione a cui avevo già pensato che mi permette di lavorare in turni, e grazie a questo, mi permette al mattino di studiare, e al pomeriggio di lavorare, per pagare le notevoli spese. Certo, non è il lavoro della vita, ma il fatto di portare a casa qualche soldo, non fà certo schifo.

La mia giornata quindi, comincia alle 7 del mattino sino alle 13, per poi avere una piccola pausa, e ricominciare alle 16 sino alle 22 col lavoro. Non vi dico in che condizioni fisiche torno a casa, ma le condizioni psicologiche sono positive, pur considerando la lunghezza della giornata, la possibilità di incontrare gente nuova ogni giorno, e di imparare sempre di più a vivere in Israele.

Tra le fortune che ho, di tanto in tanto, se mi va bene una volta la settimana, ho anche occasione di vedere il mare. Si, perché dalla domenica (qui si lavora) sino al giovedi, per me Tel Aviv è come una qualunque altra città lavorativa, il mare non lo vedo manco di traverso, e quindi, arrivati finalmente al giovedi, con davanti il week end, il ricordo del mare torna alla mente. Bello poi, vedersi con gli amici, farsi dei brunch in spiaggia, fare qualche gita, e vivere la città con gli shorts.

Ah, dimenticavo, i colleghi in ufficio, girano con le ciabatte da mare, shorts, e maglietta putrida, giusto per darvi un’idea di come si lavora in questo posto. Certo, dovuto indubbiamente alla tipologia del lavoro, ma fa effettivamente un certo effetto vedere un responsabile che cammina a piedi nudi sulla moquette, manco fosse a casa sua.

Bene, credo sia arrivato il momento di abbracciare Morfeo, anche perché la mia maledetta sveglia, suonerà a breve.

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Non solo Flottilla..

Si pensa che qui, in Israele, uno dei rischi maggiori sia rimanere vittime di attentati (ormai vecchia paura),  oppure più facilmente vittime dei cosiddetti “pacifinti”, quelli che in nome di una finta pace, se ne fregano di regole, di rispetto, ma soprattutto di democrazia, Non è proprio così, la vera paura in Israele, è stare fermi al semaforo ad aspettare il verde, intendo, quando si è a piedi, e non comodamente in macchina con l’aria condizionata. I semafori rossi hanno delle durate interminabili, con le temperature di questi giorni, stavo pensando di girare con un ramoscello di rosmarino sulla testa e magari di spargermelo su tutto il mio esile corpicino, cosi la sera, mi addento da solo. Non scherzo, il dramma qui è prendere il giallo (non il cinese). Il sole picchia sulla fronte, gocce che cadono, e ti scivolano sulla schiena, e la preghiera che diventi verde il piu presto possibile. Il sogno poi, è quello di passare davanti a qualche negozio, e simulare davanti all’ingresso, di fare una telefonata (la più lunga della tua vita), in modo da godere per qualche minuto di una frescura gelida, da orso bianco.

Non siamo ancora a temperature elevatissime, credo il peggio debba ancora arrivare, la sera si sta bene con una bella brezza, e ogni tanto qualche sparacchiamento al largo su Flottiglie varie. Come sapete, noi ebrei sono avanti nel trasformare in business ogni aspetto della loro vita di tutti i giorni, io per esempio, stavo pensando di vendere un slogan al ministero del turismo israeliano dicendo “Venite in nave, vi veniamo a prendere al largo e vi scortiamo nel nostro porto di Ashdod, VIP Service”. Purtroppo, questo è un servizio che potrà essere rivolto solo ai pacifisti, ma solo a quelli armati di spranghe, coltelli, e spray infiammanti per gli occhi. Tutti gli altri, purtroppo per voi, dovranno organizzarsi con i soliti mezzi di trasporto, scusate !! ma sappiate che ci stiamo organizzando anche per questo.

Una delle cose che ho notato qui, ormai da qualche settimana, è il pagamento del biglietto sugli autobus. Qui, non esiste che uno non paghi il biglietto. L’autista, oltre alla guida da formula uno, ha il compito di fare i biglietti, di controllare (elettronicamente) le tessere magnetiche, e di insultare i passeggeri che non gli stanno particolarmente simpatici. Pensavo quindi a quello che succede a Milano. Se dovessero chiedere agli autisti di incassare i soldi del biglietto, ci sarebbe una rivolta nazionale della CGIL-CISL-UIL-FIOM-STICAM-SUKAM-STAM-INCHIA.

Ma ditemi voi, allora, di questi tempi a Milano si pensava “già” alle vacanze, avete già pianificato ? sapete già dove andare ? no perché, ho sentito che una nave turca partirà, farà tappa in Italia, e poi andrà dritta verso Gaza. Se siete tra quelli che vogliono risparmiare i soldi del biglietto aereo, vi consiglio di imbarcarvi su questa nave, poi quando arrivate in acque internazionali israeliane, e vi intimeranno di dirigervi nel porto di Ashdod, vi consiglio di dire che accettate la “proposta” e vi fate portare con mezzi navali israeliani nella terra promessa. Poi dite che non pensiamo a dare un servizio ai turisti !!!

Allora, chi viene a farmi visita ?

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