Giornate particolari in Israele. Lo sapete oramai da tredici giorni. Oggi é stato probabilmente il giorno più difficile nella conta dei deceduti per gli israeliani. La notizia di stasera é di 13 soldati Golani deceduti, che si aggiungono ai 5 dei giorni scorsi per arrivare cosi a 18. Anche i feriti non mancano, distribuiti nei diversi ospedali tra Beer Sheva, Tel Aviv e Gerusalemme. A Tel Aviv in compenso é tornata la calma, non suona la sirena e anche a vedere i vari “alarms” sembra che in questi ultimi giorni la caduta dei missili nel sud si sia un po ridotta.
Iniziamo a ringraziare quindi questi poveri 18, per arrivare ad invitare gli altri 49.982 a tener duro.
In ufficio oramai tengo 5 schede aperte di Chrome, ma che riconosco alla lunga diventa difficile gestirle, non tanto per l’ordine delle notizie, quanto al fatto che la mente inizia a rifiutare il tutto. Basta alzare lo sguardo per vedere replicata la stessa cosa nei computer dei colleghi, o quando ne parli o ne senti parlare in caffetteria.
Alcuni momenti la mente vorrebbe scappare, ma l’occhio cade sempre nella notizia, o nella chat su Skype con i tuoi amici sparsi che ti aggiornano.
Alla fine sono fortunato rispetto a tanti altri. Finisco il lavoro, posso andare a farmi un tuffo in mare, posso vedermi con gli amici, ma il pensiero va a quei banners dell’IDF che vedo da venerdì dove vengono presentate le foto di ragazzi 20enni che hanno perso la vita per una “guerra” bastarda, non voluta da Israele.
Non so cosa pensare. Se suggerire di andare avanti o fermarci. Istintivamente voglio che si fermi ora, anzi, lo voglio del tutto. Il rischio di perdere altri ragazzi é troppo forte. Se per Ghilad Shalit il valore era di 1027 terroristi da liberare, fate oggi i conti per vedere a quanti terroristi equivalgono queste morti.
Boh, ormai ho la mente che viaggia da sola al pensiero di questi eventi.
La verità ? vorrei scappare, in un posto dove non posso ascoltare o leggere queste notizie, e non avere neanche l’impulso di andarle a cercare perché non le troverei. Un posto pieno di pace.