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Archive for luglio 2014

Oggi va così

Giornate particolari in Israele. Lo sapete oramai da tredici giorni. Oggi é stato probabilmente il giorno più difficile nella conta dei deceduti per gli israeliani. La notizia di stasera é di 13 soldati Golani deceduti, che si aggiungono ai 5 dei giorni scorsi per arrivare cosi a 18. Anche i feriti non mancano, distribuiti nei diversi ospedali tra Beer Sheva, Tel Aviv e Gerusalemme. A Tel Aviv in compenso é tornata la calma, non suona la sirena e anche a vedere i vari “alarms” sembra che in questi ultimi giorni la caduta dei missili nel sud si sia un po ridotta.

Iniziamo a ringraziare quindi questi poveri 18, per arrivare ad invitare gli altri 49.982 a tener duro.

In ufficio oramai tengo 5 schede aperte di Chrome, ma che riconosco alla lunga diventa difficile gestirle, non tanto per l’ordine delle notizie, quanto al fatto che la mente inizia a rifiutare il tutto. Basta alzare lo sguardo per vedere replicata la stessa cosa nei computer dei colleghi, o quando ne parli o ne senti parlare in caffetteria.

Alcuni momenti la mente vorrebbe scappare, ma l’occhio cade sempre nella notizia, o nella chat su Skype con i tuoi amici sparsi che ti aggiornano.

Alla fine sono fortunato rispetto a tanti altri. Finisco il lavoro, posso andare a farmi un tuffo in mare, posso vedermi con gli amici, ma il pensiero va a quei banners dell’IDF che vedo da venerdì dove vengono presentate le foto di ragazzi 20enni che hanno perso la vita per una “guerra” bastarda, non voluta da Israele.

Non so cosa pensare. Se suggerire di andare avanti o fermarci. Istintivamente voglio che si fermi ora, anzi, lo voglio del tutto.  Il rischio di perdere altri ragazzi é troppo forte. Se per Ghilad Shalit il valore era di 1027 terroristi da liberare, fate oggi i conti per vedere a quanti terroristi equivalgono queste morti.

Boh, ormai ho la mente che viaggia da sola al pensiero di questi eventi.

La verità ? vorrei scappare, in un posto dove non posso ascoltare o leggere queste notizie, e non avere neanche l’impulso di andarle a cercare perché non le troverei. Un posto pieno di pace.

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Dopo una difficile settimana

Non so, mi fa strano. I recenti avvenimenti in Israele mi hanno portato a riflettere parecchio sulla situazione, sulla vita di tutti I giorni e su quello che per me oggi inizia a presentarsi come un “fastidio” che per molti israeliani e non, questa vita dura da decenni. La morte di tre ragazzi, specialmente nel modo in cui tutto e’ avvenuto (certo, ogni “modo” e’ fastidioso) mi ha veramente colpito. Pensavo ci fosse una linea virtuale di rispetto della vita per alcune persone, o esseri, ma ahime’ ho sbagliato ancora una volta. La frase fatta “non si finisce mai di imparare” regna sopra di noi, e questo vuol dire che bisogna accettare qualunque cosa ? Non so. Non voglio fermarmi solo sulla morte di questi tre ragazzi, ma penso anche a come sei ragazzi israeliani, ed ebrei, si sono accaniti su un povero ragazzo palestinese inerme, bruciandolo vivo. Vero, forse anni fa avrei visto la cosa con occhi diversi, ma cambiare fa bene, o comunque cercare di avere una visione delle cose da piu’ punti di vista. E’ indubbiamente difficile perdonare, mi metto anche un po’ nei panni delle famiglie dei ragazzi, e credo sia l’istinto umano quello di volere vendetta, ma la mia domanda e’ capire dove questa vendetta ci porterebbe, o meglio, ci trascinerebbe. Credo davvero l’unica strada possibile oggi, nello specifico, sia quello di trovare gli assassini di quei ragazzi e “suicidarli”, senza neanche portarli in un tribunale israeliano per poi ingabbiarli, e rischiare un domani di liberarli per una eventuale, ma spero scongiurata, liberazione di un soldato israeliano. Come vedo giusto ingabbiare I sei ragazzi israeliani, ebrei, che hanno deliberatamente bruciato un ragazzo palestinese. L’estremo fa indubbiamente male. Non esiste bianco o nero in queste situazioni, ma deve esistere il grigio. Aspirare alla pace tra I due popoli e’ indubbiamente il desiderio di tutti, purtroppo da entrambe le parti abbiamo soggetti che minano questo obiettivo, o che comunque se anche si dovesse arrivare, riuscirebbero a distruggere tutto, per questo sono scettico al fatto che si potra’ veramente arrivare a qualcosa. But, never say never.

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